Quante volte vi siete ritrovati a pensare “Ah, se solo avessi il teletrasporto!”? Molte, vero? E adesso, anche non si tratta esattamente di quello che avreste voluto, in qualche modo il mondo della realtà aumentata e della tecnologia d’avanguardia vi vengono incontro: già, perché negli ultimi giorni si è iniziato a parlare di “holotrasporto”.

Avete presente i messaggi olografici visti in Star Wars? Ebbene, il risultato è proprio quello: grazie a Microsoft Hololens, infatti, sarà possibile chattare con qualcuno come se fosse fisicamente presente nella stanza con noi grazie a questa tipologia di messaggi. Se questo non fosse abbastanza, i filmati possono anche essere rivisti, proprio come possiamo rileggere una mail.

La dimostrazione di questa nuova tecnologia è affidata a un video, nel quale possiamo osservare lo sviluppatore di Microsoft Research, Shahram Izadi, ripreso durante una conversazione a distanza in tempo reale con un collega e con la figlia di quattro anni: dato che Izadi indossa un visore HoloLens, i due sono proprio di fronte ai suoi occhi, come fossero nella stanza.

La conversazione viene registrata e, come detto poco fa, può essere poi rivista e mandata avanti e indietro, cambiando inoltre la grandezza dei personaggi.

Come funziona? Sia Izadi che i suoi interlocutori sono circondati da un sistema di telecamere speciali con tecnologia di ripresa 3D; i dati delle diverse telecamere vengono fusi insieme creando un ologramma tridimensionale perfetto, che viene abbinato con i sensori del visore HoloLens e posto nello spazio in tempo reale.

“Immaginate sia possibile teletrasportarvi da un luogo a un altro in tempo reale” dice Izadi nel video. E, pur sapendo che questo non accade fisicamente, guardare queste immagini ci stupisce non poco. Questa tecnologia sarà un grande passo avanti per riunire famiglie o amici lontani: se anche non potremo abbracciarli, sarà comunque bello averli di fronte a noi.

La realtà aumentata è il prossimo trend: non a caso tutte le grandi firme del settore hi-tech stanno correndo ai ripari e pianificando progetti relativi a questa nuova tecnologia. Intel non è da meno, a quanto pare: il Wall Street Journal la settimana scorsa ha pubblicato una notizia, carpita grazie a indiscrezioni, che darebbe per certo l’impegno della compagnia nella progettazione di un nuovo visore.

La casa di Santa Clara, infatti, secondo il giornale, negli ultimi tempi avrebbe “acquistato almeno cinque aziende che lavorano sulla tecnologia di realtà aumentata e investito in altre tre”. Questa operazione, sempre secondo le indiscrezioni, avrebbe comportato un investimento di ben mezzo miliardo di dollari.

A quanto pare, dunque, Intel vorrebbe entrare nel mondo dei visori a realtà aumentata creandone uno tutto suo, sfruttando anche la famosa tecnologia proprietaria della fotocamera 3D RealSense presentata al CES di Las Vegas lo scorso Gennaio. Quest’ultima possibilità renderebbe il progetto ancora più interessante, distanziandolo innanzi tutto dai competitor già presenti sul mercato, come HoloLens o HTC Vive: RealSense, infatti, consiste in un sistema di sensori che permettono di scansionare ambienti e oggetti in tre dimensioni, fornendo dunque al dispositivo una mappatura dotata di profondità. Questa sarebbe una feature esclusiva del visore Intel e concorrerebbe a creare una tipologia di visione a realtà aumentata ancor più intelligente: la mappatura degli ambienti reali permetterebbe infatti all’utente di muoversi più agevolmente all’interno degli stessi, senza paura di inciampare o scontrare oggetti e mobilio.

Non aspettatevi però un visore firmato Intel: la compagnia sembrerebbe infatti interessata a ideare il progetto ma non a produrlo; saranno altre compagnie a farlo, utilizzando la nuova tecnologia RealSense ovviamente. Si può inoltre supporre che il nuovo visore sarà un wearable più consistente di un paio di smart glasses: insomma, molto più vicino a un HoloLens che a un Google Glass.

Il visore META 2 AR svelato al TED 2016

Forse non tutti sanno che TED è una sigla, e sta per Technology, Entertainment e Design. Detto questo, come stupirsi del fatto che quest’anno la conferenza ufficiale sia stata conquistata dalla realtà aumentata? Pochi giorni fa abbiamo parlato dell’intervento di Alex Kipman riguardante Microsoft HoloLens, ma non si è trattato dell’unico visore ospite all’evento.

Infatti lo scorso 17 Febbraio un altro gradito ospite ha calcato il palco di TED per parlare di realtà aumentata: si tratta del visore META, il quale, dopo aver raccolto l’ingente cifra di 23 milioni di dollari di finanziamento l’anno scorso, si era ritirato senza più far parlare di sé. Ecco dunque che, dopo un anno di lavoro, la compagnia ha deciso di presentare nella prestigiosa cornice del TED il proprio prodotto.

Il visore presentato, il META 2 AR, è ben valso l’attesa: si tratta di un dispositivo per realtà aumentata di nuova generazione e ampiamente migliorato rispetto alla versione precedente.

Il visore, portato sul palco dal CEO Meron Gribetz, assomiglia nella forma all’HoloLens e a molti altri modelli di dispositivi analoghi. Gribetz ha mostrato diversi demo del META, tra i quali uno che mostrava un ologramma di una persona che, grazie al dispositivo, gli appariva di fronte e gli porgeva un modello di cervello in realtà aumentata e che voleva dimostrare l’utilità del dispositivo per esempio in campo chirurgico. “Se puoi inserire uno strato digitale sul mondo reale immagina cosa potrebbe significare per chi racconta cose o per i chirurghi del cervello” ha detto Gribetz.

Nel resto del suo intervento ha posto l’accento sull’importanza dei visori e degli wearables per il nostro futuro, nel quale non sarà più necessario l’utilizzo di ingombranti e scomodi schermi: “I computer di oggi sono talmente incredibili che non ci rendiamo conto di quanto siano orribili” ha detto il CEO. “Il futuro dei computer non è segregato dentro gli schermi. E’ proprio qui, dentro di noi…Tu sei il sistema operativo, tu vivi tra le finestre.”

Vi piacerebbe poter vedere di fronte a voi un membro della Stazione Spaziale Internazionale? O magari preferite immergervi in un paesaggio completamente diverso da quello che avete intorno a voi.

Fantascienza? Non proprio: tutto questo è molto vicino all’essere reso possibile grazie a Microsoft HoloLens; anzi, a dirla tutta, per alcuni fortunati che hanno messo le mani sulla versione Developers del visore, è già realtà. A noi comuni mortali non rimane che rimanere strabiliati alle varie presentazioni del prodotto Microsoft in giro per il mondo. L’ultima è stata quella che abbiamo seguito col fiato sospeso la scorsa settimana alla TED Conference 2016, dove Alex Kipman, creatore di Kinect, ha deciso di fare un’entrata spettacolare: indossando un visore HoloLens e proiettando ciò che vedeva con i suoi occhi su uno schermo, ha mostrato ai presenti sin dal primo minuto del suo intervento le potenzialità della realtà aumentata e, di conseguenza, del nuovo prodotto Microsoft.

Kipman, tra le altre cose, ha portato gli spettatori della conferenza con sé in un paesaggio incantato, poi ha fatto piovere e infine ha fatto apparire l’ologramma di uno scienziato della NASA per fare una chiacchierata. Inoltre ha chiamato i familiari direttamente da uno schermo virtuale che ha fatto riflettere sul futuro di TV e display grandi e piccoli. Tutto ciò, ovviamente, è accaduto all’interno del visore.

L’emozione non è stata tuttavia relegata al solo fattore visivo: Kipman ha commentato la sua dimostrazione con parole forti e sulle quali riflettere. La realtà aumentata è solo all’inizio, e solamente una piccola parte di applicazioni è conosciuta e studiata: “Siamo come uomini delle caverne in termini di conoscenza del computer; abbiamo a malapena scoperto il carboncino e iniziato a disegnare le prime figure stilizzate nella nostra caverna.

Il suo consiglio, nonché previsione per il futuro, è di liberarci dallo spazio bidimensionale per accogliere lo spazio digitale, nel quale abbiamo il “super-potere” di cambiare spazio e tempo a piacimento.

Si attende la versione consumer di HoloLens: pur non essendoci ancora una data ufficiale, certamente di conferenza in conferenza si fa più vicina.

Vi piacerebbe avere più controllo su ciò che accade quando sciate o andate in snowboard? Allora dovreste provare la realtà aumentata, e GogglePal è il gadget tecnologico che fa per voi!

No, non è l’ennesimo paio di occhiali o un ingombrante visore: i creatori, appassionati di sport sulla neve, hanno pensato anche a questo; GogglePal è un inserto adattabile a qualsiasi tipologia di maschera da sci o da snowboard che permette di avere davanti ai propri occhi un Head Up Display, uno schermo che non necessita di spostare lo sguardo dalla pista. Il dispositivo, che è stato protagonista di una campagna di crowdfunding su Kickstarter, è stato lanciato in quattro modelli differenti: Sport, Connect, Play e Play Gold (l’ultimo è semplicemente di colore dorato), tutti leggeri e altamente portatili.

Le funzionalità di GogglePal sono similari ad altri dispositivi indossabili creati per lo sport o per la guida e visti in precedenza (ultimamente abbiamo parlato dei BMW Digilens e Skully, presentati al CES 2016): attaccando l’inserto alla lente, e dunque implementando la realtà aumentata nella propria maschera da sci, sarà possibile accedere a informazioni importanti quali velocità, calorie bruciate, accelerazione, tempistiche e direzione, tutte mostrate in un piccolo display nell’angolo superiore laterale del campo visivo.

Non manca inoltre la parte di gamification: l’app di GogglePal permette di rimanere connesso con i propri amici tramite un servizio di messaggistica, allo stesso tempo tenendo traccia delle loro posizioni, ma anche di attivare giochi e gare e competere per punteggi legati alle distanze percorse o a tesori trovati.

Il dispositivo è stato creato pensando in particolare agli sport sulla neve, ma i creatori stanno pensando anche a future varianti per altri sport ai quali possa giovare un HUD.

Finita la campagna su Kickstarter, i GogglePal sono ora disponibili sul sito ufficiale per il pre-order; per il momento sembra esistere solo una versione per iPhone, non si sa se in futuro verrà resa disponibile anche quella per Android.

Potete approfondire il funzionamento nel video qui sotto:

Dopo lo scandalo emissioni, il gruppo Volkswagen torna nelle news per ben altre (e fortunatamente migliori) motivazioni: il colosso tedesco produttore di automobili, infatti, ha raggiunto le prime pagine di pubblicazioni online e offline nel settore hi-tech grazie all’introduzione di nuovi smart glasses a realtà aumentata nella sua storica sede di produzione di Wolfsburg.

I vantaggi dell’uso di visori nelle catene di produzione non sono più un mistero: la quantità di informazioni decisive che un sistema del genere può fornire ai lavoratori, aggiunto alla comodità di lasciar le mani libere per dedicarsi alle mansioni, sta tramutando l’uso di nuovi device nel settore in un trend ben definito.

Proprio queste sono tra le motivazioni che hanno spinto anche Volkswagen a prendere in considerazione gli smart glasses e a iniziare i relativi test di utilità e gradimento, per il momento attivi su un gruppo di 30 operai, preliminari alla possibile adozione in tutti gli stabilimenti. Come si legge dal comunicato pubblicato sul sito ufficiale della compagnia, i vantaggi dei 3D smart glasses sono già evidenti: i lavoratori, infatti, ricevono automaticamente le informazioni delle quali hanno bisogno, quali le posizioni in magazzino o i codici delle varie componenti, direttamente nel loro campo visivo, e una videocamera sui visori ha funzione di scansione dei codici a barre, indicando quelli giusti o quelli errati e quindi evitando a monte molti errori di svista. Grazie a comandi vocali o touch le mani dei lavoratori sono libere.

La digitalizzazione sta diventando sempre più importante nella produzione. Gli smart glasses 3D portano la cooperazione tra umani e sistemi a un nuovo livello“, ha dichiarato Reinhard de Vries, Head of Plant Logistics a Wolfsburg.

Per il momento l’utilizzo degli smart glasses (che a giudicare dalle prime immagini ricordano molto i Google Glass) è volontario: i lavoratori che ne fanno richiesta ricevono il dispositivo e vengono introdotti alla nuova tecnologia. Volkswagen fa sapere che, viste le attuali esperienze positive, altri dipartimenti e settori della compagni stanno pensando di adottare questo sistema.

 

Oggi vi parliamo di una delle compagnie più misteriose sul mercato hi-tech internazionale: Google ci ha investito ben 542 milioni di dollari e, giusto in questi giorni, un altro colosso mondiale come Alibaba (per chi non la conoscesse, è l’azienda leader nel mondo dell’e-commerce cinese) si è dichiarato pronto a staccare un assegno da ben 200 milioni di dollari. Avete capito di chi stiamo parlando? Di Magic Leap, ovviamente.

Di questa compagnia si sa solo che sta lavorando a un grosso progetto relativo alla realtà aumentata, del quale ogni tanto arrivano piccoli aggiornamenti che ci fanno rimanere a bocca aperta. Proprio negli scorsi giorni è stato rilasciato un altro video, come i precedenti ripreso all’interno degli uffici aziendali, che mostra una dimostrazione live del prodotto al quale l’azienda si sta dedicando:

Non vi ricorda nulla? Se conoscete già le nostre demo avrete di certo un deja vu 😉

Ma le notizie relative alla misteriosa compagnia non finiscono qua! Oltre al video di demo, sempre pochi giorni fa, il CEO di Magic Leap Rony Abovitz ha dichiarato: “Ci stiamo attrezzando per costruire milioni di prodotti; non siamo pronti ad annunciare quando inizieremo a spedire, ma questo vi dà un segnale che non siamo così lontani dal farlo.”

La dichiarazione aggiunge mistero al mistero: dunque Magic Leap si sta preparando alla produzione di visori? Sembrerebbe la risposta sia sì: Abovitz ha dato qualche sporadico indizio dicendo che si tratterà di un dispositivo piccolo, che le persone non avranno difficoltà a portare con sé.

Se tutto questo non fosse già abbastanza, ecco che un’altra dichiarazione ha lasciato tutti a bocca aperta; il chief content officer della compagnia, Rio Caraeff, ha dichiarato che il fine ultimo di Magic Leap è quello di creare una piattaforma per il visual computing: “Qualsiasi cosa tu possa fare su uno smartphone, puoi farlo anche su Magic Leap, dove il mondo è il tuo schermo.”

Inutile dire che il mondo degli appassionati di realtà aumentata è una volta di più in fermento.

La prossima firma nel mercato dei visori per realtà aumentata? Potrebbe essere nientemeno che Amazon!

Sembra che il colosso americano dell’e-commerce abbia deciso, dopo Facebook, Microsoft e Google, di gettarsi a sua volta nel mondo della realtà aumentata, o che almeno ci stia pensando. La novità arriva dall’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti, che circa una settimana fa ha pubblicato la notizia della registrazione da parte di Amazon di un brevetto relativo a un paio di occhiali che sembrano adatti all’utilizzo con realtà aumentata. Dal progetto sembrerebbe che questi visori si connettano, ancora non si capisce se wireless o tramite cavo, a uno smart device (un tablet o uno smartphone?) e possano super imporre immagini a ciò che vediamo tramite le lenti di fronte ai nostri occhi. Inoltre ci sarebbe una funzionalità che, con un semplice tocco dello schermo del dispositivo mobile, renderebbe le immagini aumentate nuovamente trasparenti, così che non ci si debba togliere dal volto gli occhiali quando non se ne ha la necessità.

“Da un lato, uno schermo largo va bene per guardare film, giocare ai videogiochi e anche per leggere le email confortevolmente,” leggiamo sul brevetto. “Dall’altro lato, più grande è lo schermo, più grande il dispositivo, cosa che è meno desiderabile per un prodotto leggero e portatile. Un altro problema nell’esperienza dei consumatori con i dispositivi portatili, come i tablet, è l’impossibilità di immergersi nell’esperienza, pensiamo ad esempio al guardare un film sull’aereo.”

Ecco dunque l’importanza di avere un dispositivo che possa permetterci di vivere un’esperienza ma che sia anche leggero e portatile. E quale meglio di un paio di occhiali?

Immaginate le potenzialità di un dispositivo del genere nel caso di Amazon e del suo servizio Prime Instant Video: non è difficile capire come mai, dopo il flop dello smartphone Fire, il brand abbia deciso di continuare comunque la sua ricerca in campo hardware, vero? 😉

La realtà aumentata, per sua natura, può facilmente diventare un potenziamento del corpo umano; tra i molti progetti d’avanguardia, lo dimostra anche un nuovo visore creato dall’University College London’s Interactive Architecture Lab, che renderà possibile la visione di ciò che ci circonda senza bisogno di voltare la testa.

Il suo nome è PolyEyes 2.0 e, nella forma un po’ bizzarra, ricorda la testa di uno squalo martello ma rende la vista simile a quella di un camaleonte: questo visore è un elmetto con due videocamere Raspberry PI, una per lato, montate dentro moduli che possono ruotare quasi di 180 gradi, così colui che lo indossa può avere una visuale molto più ampia di quella normale. Il campo visivo all’interno dell’elmetto è diviso a metà, e ognuna delle due parti è occupata dalla proiezione di ciò che le due videocamere riprendono intorno a noi: ecco come è resa possibile la visione ampliata.

PolyEyes 2.0 è parte di un progetto molto più ampio e ambizioso, che mira a creare una tuta completa che permetta alle persone di percepire le sensazioni fisiche altrui. Questa tuta viene chiamata Polymelia Suit ed è composta da diverse protesi: l’idea è che, una volta indossata, invii a un’altra persona tutto quel che stiamo provando, facendo o vedendo; insomma, l’altra persona proverà l’emozione di essere noi.

Per dirlo con parole dell’Interactive Architecture Lab: “Pensiamo al corpo come alla protesi originale che tutti impariamo a manipolare, quindi ogni sostituzione o estensione diventa del continuo processo di miglioramento dell’entità umana.”

Le possibilità di applicazione della realtà aumentata crescono di giorno in giorno, estendendosi a nuovi, importanti campi, tanto che non è difficile credere alle previsioni che ci parlano di uno sviluppo esponenziale di questa nuova tecnologia (insieme alla realtà virtuale)nei prossimi anni. Oggi entriamo in ambito militare e andiamo negli USA, dove i Marines hanno iniziato a sperimentare sul campo l’applicazione della realtà aumentata durante le esercitazioni.

I primi test a riguardo sono iniziati durante lo scorso Agosto nell’ambito del Corso per Ufficiale di Fanteria: i Marines che hanno preso parte a questo training hanno potuto provare i visori per realtà aumentata sviluppati dall’ONR, l’Office of Naval Research (Ufficio di Ricerca Navale), durante un’esercitazione con armi da fuoco. Questo sistema di training si chiama AITT, Augmented Immersive Team Trainer, e, come dice il nome, utilizza la realtà aumentata per immergere il soldato direttamente all’interno dell’ambiente di battaglia.

Il sistema AITT funziona grazie a un laptop, un software apposito e una batteria e un display montato sull’elmetto del soldato, che potrà quindi vedere immagini superimposte alla realtà per ricreare in modo virtuale qualsiasi tipo di ambiente e scenario.

Il Generale Julian Alford, vice capo della ricerca navale e generale comandante del Laboratorio Warfighting dei Marines, ha dichiarato in proposito: “Questo sistema, conveniente e leggero, può essere portato ovunque – trasformando qualsiasi ambiente in un campo di addestramento – e può essere usato per preparare i Marines per situazioni e ambienti che dovranno affrontare nel mondo reale”.

Oltre a praticità, leggerezza e agli ovvii pro del live training, uno dei vantaggi che il Generale sottolinea riguardo al sistema AITT è infatti proprio la convenienza, sia a livello economico che di tempi per le esercitazioni: l’addestramento dei soldati in genere è piuttosto costoso a causa dell’utilizzo di munizioni e mezzi, e inoltre spesso deve essere interrotto a causa di meteo sfavorevole; grazie alla realtà aumentata tutto questo non accadrà più: “Il sistema rende l’addestramento più facile ed elimina i problemi di manutenzione o le limitazioni legate al meteo, che possono diminuire o cancellare il training” ha confermato il Maggiore George Flynn, direttore del Corso per Ufficiale di Fanteria.