La realtà aumentata sempre più spesso è al servizio di medicina e salute: abbiamo visto progetti come quello dei visori HoloLens utilizzati dalle università statunitensi per studiare medicina e anatomia o come l’headset Smart Specs che aiuterà gli ipovedenti a percepire la realtà intorno a loro; adesso sembra giunto il momento del grande ingresso della realtà aumentata nel mondo della chirurgia.

Alcuni collaboratori scientifici della Purdue University e la Indiana University School of Medicine hanno lavorato fianco a fianco per creare una nuova tecnologia che possa aiutare i chirurghi sui campi di battaglia o nelle aree più sperdute della terra a operare i pazienti pur non essendo specialisti in una determinata operazione grazie all’aiuto in differita di altri medici. Sino a questo momento era già stato sviluppato un sistema per lo stesso scopo, ma purtroppo presentava qualche problema di funzionamento: infatti al video con il punto di vista del chirurgo, lo specialista rispondeva con del testo scritto a lato; questo comportava un continuo spostamento dello sguardo da un punto a un altro durante l’operazione, e come si può immaginare non era una soluzione ottimale. Oggi invece, con il nuovo STAR (System for Telementoring with Augmented Reality) la situazione ha visto un deciso miglioramento: grazie alla realtà aumentata i consigli degli esperti verranno proiettati direttamente nel campo visuale del chirurgo, rendendo le operazioni più sicure e veloci. In pratica uno schermo trasparente viene post sul campo di lavoro del chirurgo; in questo modo sia chirurgo che specialista vedono la stessa cosa e il primo legge e vede le informazioni direttamente sulla zona da operare.

Per il momento il sistema STAR, sviluppato con l’aiuto del Pentagono, è stato solamente testato in laboratori che simulano l’ambiente ospedaliero, ma sembrerebbe che presto possa entrare pienamente in uso.

Ecco un’animazione che spiega il funzionamento del sistema:

 

Grazie ad una startup chiamata VA-ST ed al ricercatore di neuroscienze Stephen Hicks, la realtà aumentata diventerà la tecnologia grazie alla quale gli ipovedenti potranno vedere meglio.

Giorno dopo giorno, mese dopo mese, ci stiamo abituando sempre più all’idea che in un futuro molto vicino indosseremo molto spesso headsets per realtà aumentata e virtuale: grazie ad essi vedremo la realtà in maniera potenziata da informazioni e possibilità di interagire in svariati modi; ma come sarà tutto questo per coloro che non possono vedere? Avere accesso a queste nuove tecnologie sembrerebbe impossibile per gli ipovedenti, ed invece ci sbagliamo: ce lo dimostra un paio di smart glasses chiamato Smart Specs.

Come funzionano gli Smart Specs?

Spesso le persone considerate non vedenti, in realtà hanno una visione parziale, semplicemente non abbastanza buona da vedere chiaramente ostacoli e volti. Grazie a questo headset ed alla realtà aumentata, finalmente anche gli ipovedenti potranno sfruttare i propri occhi, grazie agli Smart Specs ed al loro potenziamento della percezione della profondità.

Come dichiarato da Stephen Hicks: “Trasformiamo [l’immagine] in un cartone animato ad alto contrasto e poi lo proiettiamo all’interno di un paio di occhiali trasparenti. Dopodiché possiamo aggiungere la vista normale di una persona alla vista potenziata, e far sì che l’individuo utilizzi la vista parziale che userebbe normalmente per vedere il mondo in modo migliore”.

Gli Smart Specs usano videocamere tridimensionali e rilevano la struttura e la posizione degli oggetti intorno, e tramite la realtà aumentata li proiettano poi nel mondo reale. Questa tecnologia aiuterà gli ipovedenti ad evitare gli ostacoli ed a vedere quel che hanno intorno. Il progetto di VA-ST sarà di grande aiuto sia per le persone che soffrono di problemi gravi alla vista, sia per coloro che non vedono bene senza luci.

Ad oggi gli Smart Specs sono in fase di prototipo: sono composti da un headset di plastica con all’interno un paio di Epson Moverio AR glasses che funge da display ed un componente firmato Asus che analizza la profondità, e devono essere assicurati alla testa della persona, che deve portare con sè anche una piccola scatola con funzione di telecomando. Questa, ovviamente, è solo una prima versione dell’headset, che sembra sarà presto disponibile nella versione per il mercato dei privati a circa 1000 dollari.