News Corp invests in Plattar’s augmented reality
A platform helping agencies, brands and publishers creating their own augmented reality contents? Yes, that’s right: its name is Plattar and it is what an australian startup promises, now helped as well from a big investment by the colossus News Corp.
The news was in the magazines all over the world: News Corp Australia, australian division of one of the four USA communication giants, invested $843M in the startup to make a step inside the field of augmented reality.
Plattar is a cloud-based platform made of two parts: the first is an app builder equipped with multiple customizable templates and the second is a content management system for AR content. News Corp invested in this second one.
A trial project shows the potential of the technology directly on News Corp products: Plattar used the platform to create a “brand new customer experience” in which the users can scan News Corp publications for properties and then use augmented reality to see the 3D results inside the map.
The reasons that made News Corp Australia invest in Plattar, anyway, are far from the mere passion for avant garde technology, and decisively closer to reality; the company, in fact, needs new projects to help their business rise back: last data show a 20% less in its revenue, -3% coming from the newspaper field. Thinking about what is said about augmented and virtual reality, it’s clear why they chose to make a big investment right here: a report by DigiCapital predicts the AR market will be a US$150 billion industry by 2020.
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News Corp investe nella realtà aumentata di Plattar
Una piattaforma che permetta ad agenzie, brand ed editori di creare i propri contenuti in realtà aumentata? Avete capito bene: si chiama Plattar ed è ciò che promette l’omonima startup australiana, adesso appoggiata economicamente anche da un grande investimento del colosso News Corp.
La notizia ha fatto il giro del mondo qualche giorno fa: la News Corp Australia, divisione australiana di uno dei quattro giganti della comunicazione USA, ha investito 843 mila dollari nella startup per entrare in affari nel mondo della realtà aumentata.
Plattar è una piattaforma in cloud composta principalmente da due parti: la prima è un programma per la creazione di app con possibilità di scelta tra diversi template, mentre l’altra è un content management system che permette di gestire contenuti a realtà aumentata. News Corp ha investito in questo secondo settore.
Un progetto di test mostra il potenziale della tecnologia proprio riguardo News Corp: Plattar ha usato la piattaforma per creare una “customer experience nuova di zecca” nella quale gli utenti possono scansionare le pubblicazioni News Corp in cerca di proprietà in vendita o in affitto e poi sfruttare la realtà aumentata per vederle in 3D all’interno della mappa.
Le motivazioni che hanno portato News Corp Australia a investire in Plattar, tuttavia, esulano dalla pura passione per le tecnologie visionarie, rimanendo decisamente legate alla realtà; sembra infatti la compagnia abbia bisogno di una spinta ai suoi affari: i dati di revenue parlano di un 20% in meno di profitti dall’inizio dell’anno, un -3% nel settore dei quotidiani. Pensando alle previsioni riguardanti realtà aumentata e virtuale, si capisce bene perché il grosso investimento sia ricaduto proprio su queste: un report di DigiCapital prevede che il mercato della realtà aumentata negli USA arrivi a 150 miliardi di dollari entro il 2020.
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La realtà aumentata racconta i progetti mai realizzati
Reale e virtuale, passato e presente, possibile e impossibile……… ogni termine di queste opposizioni rappresenta una formidabile opportunità per la realtà aumentata. Questa tecnologia, infatti, dà il meglio di sé quando riesce a mostrare gli aspetti della realtà che non sono visibili a occhio nudo a causa di barriere spazio-temporali che siamo abituati a considerare invalicabili: oggetti e monumenti che si trovano a migliaia di chilometri di distanza da noi, o che appartengono al passato e sono andati distrutti, o che, al contrario, sono allo stato progettuale e non sono ancora realtà, o che esistono solo nei libri o nei giochi.
Ma c’è un’altra opposizione interessante, che riguarda il mondo della storia dell’arte e dell’architettura e interseca parzialmente le precedenti: quella che divide le opere che nel corso degli anni sono state costruite da quelle progettate e mai realizzate. Che fine fanno, nel mondo, le idee che poi non diventano materia? La realtà aumentata oggi può dare una risposta a questa domanda, riportando alla luce quello che poteva essere e non è stato. Almeno in architettura.
Forse, infatti, ci sono anche storie che si fanno con i “se” e con i “ma”: è quello che sembrano voler dire gli architetti del team australiano felix._Giles_Anderson+Goad interpretando le parole di Rem Koolhaas, curatore della quattordicesima Mostra Internazionale di Architettura, che si terrà a Venezia dal 7 giugno al 23 novembre 2014. Il tema scelto per la prossima Biennale di Architettura, infatti, è “Fundamentals”, e riguarda anche l’evoluzione delle architetture nazionali negli ultimi cento anni. Così, i creativi del team “felix”, che porteranno il contributo dell’Australia alla Biennale, hanno trovato un punto di vista originale da cui raccontare l’ultimo secolo di opere architettoniche del loro paese: “Augmented Australia 1914-2014” sarà un’esibizione composta da 21 progetti architettonici mai realizzati e mostrati al pubblico per mezzo di modelli tridimensionali in realtà aumentata, animazioni, immagini, voci e suoni fuori campo. Dieci design storici, dieci piani per edifici pubblici contemporanei mai costruiti e il nuovo padiglione australiano di Denton Corker Marshall, che sarà in costruzione proprio durante la Biennale. I primi saranno scelti dallo storico dell’architettura Philip Goad, mentre per selezionare le opere contemporanee gli architetti australiani sono chiamati a inviare i progetti (ideati negli ultimi venti anni) tramite il sito.
I visitatori potranno così utilizzare un’apposita applicazione in realtà aumentata per inquadrare con i loro smartphone i marker posti sui pali dell’area espositiva, e accedere al catalogo virtuale delle opere: il modello tridimensionale dei progetti “perduti” potrà non solo essere ammirato, ma anche attraversato. Edifici che non sono mai stati costruiti vivono dunque una seconda vita e vengono virtualmente aperti al pubblico.
Non solo le rovine delle opere che il tempo e gli uomini hanno distrutto, ma anche le idee rimaste sulla carta, i progetti mai realizzati, hanno una storia da raccontare, e possono farlo grazie alla realtà aumentata.
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