Il visore HoloLens provato dalla NASA nella missione NEEMO

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Non c’è che dire: il visore per realtà aumentata di Microsoft, l’ormai famosissimo HoloLens, sa come stare sulla bocca di tutti. Dopo le presentazioni alle conferenze di gamers nelle quali ci mostrava il futuro di Minecraft implementato con la realtà aumentata, si è passati direttamente alla collaborazione con NASA e missioni spaziali. Infatti, come già detto in un precedente articolo, HoloLens verrà utilizzato sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, per aiutare gli astronauti soprattutto nella risoluzione dei problemi tecnici; in particolare verrà usato nelle spedizioni su Marte, dove a causa della distanza le comunicazioni subiscono ritardi (sino a ben 24 aminuti!) e questo potrebbe creare difficoltà in caso di guasti.

Un visore HoloLens avrebbe già dovuto raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, ma purtroppo è andato distrutto nell’esplosione della navetta Dragon il 28 giugno. Ad ogni modo, anche se non nello spazio, i test sono comunque in corso: parte dell’attrezzatura da testare, infatti, era destinata ad essere messa alla prova sott’acqua, nella stazione sottomarina della NASA chiamata NEEMO (NASA Extreme Environment Mission Operations) che è in azione al largo della Florida.

Questo mese la stazione NEEMO ospiterà quattro “acquanauti” per 14 giorni: il capitano della missione, Luca Parmitano (veterano delle spedizioni 36-37 nel 2013), gli astronauti (ancora mai stati in orbita) Serena Auñón (NASA) e Norishige Kanai (Japan Aerospace Exploration Agency) e David Coan, Ingegnere NASA EVA. Due tecnici, che sono anche piloti professionisti, vivranno con questa crew per aiutare a far funzionare l’ambiente. La Missione, iniziata il 20 Luglio, servirà a testare alcune attrezzature (tra cui, appunto, un visore HoloLens ed un secondo visore di altro produttore) in condizioni estreme, simili a quelle in orbita, e ad abituare gli astronauti alle condizioni di gravità sugli asteroidi (gravità molto bassa) e su Marte (circa 1/3 che sulla Terra).

“Possiamo imparare molto sull’interazione tra i membri della crew e la torre di controllo”, ha dichiarato Parmitano a proposito della missione durante un’intervista. “Possiamo imparare le procedure e i modi per rendere il nostro lavoro efficace.”