
Quella di rendere più coinvolgenti contenuti anche molto diversi tra loro è indubbiamente una delle caratteristiche più apprezzate della realtà aumentata. Una bella sfida è allora quella di arricchire anche un’esperienza spesso percepita come noiosa e difficile, quella dell’apprendimento.
L’interattività, la simulazione, il legame con la realtà fisica e la condivisione sono tutte componenti “naturali” della realtà aumentata.
Molte ricerche stanno delineando i principali pregi dell’uso di questi strumenti nel settore education: vengono sviluppate le abilità di problem-solving, si possono sfruttare meglio i vantaggi dell’apprendimento situato e l’aspetto collaborativo delle attività di apprendimento viene incoraggiato.
Un bell’esempio di utilizzo della realtà aumentata per insegnare i metodi della ricerca scientifica è rappresentato da un gioco di simulazione organizzato dal MIT (Massachussets Institute of Technology) Teacher Education Program: in “Environmental Detective” gli studenti, muovendosi in aree all’aperto, dovevano cercare la fonte della fuoriuscita di una sostanza tossica.
Lo strumento a disposizione era un dispositivo portatile dotato di GPS, che permetteva anche di effettuare interviste a personaggi virtuali, misurazioni e analisi. L’interazione con l’ambiente reale veniva così arricchita da informazioni aggiuntive fornite dal dispositivo mobile, costituendo il principale punto di forza del gioco.
L’apprendimento è più efficace quando diventa esperienza.