Accorciare il time-to-market per l’arredamento con la prototipazione virtuale
La realtà virtuale si sta affermando nell’area della progettazione e del design non solo di veicoli (come Hyundai) e di abitazioni, ma anche dell’arredamento.
Questa tecnologia permette alle aziende di abbattere tempi e costi di prototipazione, permettendo a progettisti e clienti di interagire con i modelli 3D degli oggetti grazie ad un visore VR.
Nell’ambiente virtuale possono interagire con i prodotti come se fossero reali. Possono infatti ingrandire o rimpicciolire gli articoli, spostarli o ruotarli all’interno della scena, sollevarli, aprire cassetti e sportelli per valutare al meglio tutti i dettagli dei modelli. I designer possono anche apportare modifiche ai loro progetti direttamente nello spazio virtuale.

La realtà virtuale elimina la necessità di creare costosi prototipi fisici in legno o argilla in scala 1:1, per valutare tutti dettagli prima del lancio sul mercato. Quando uno di questi modelli viene scartato, i designer devono ricominciare il lungo e laborioso processo da capo. Il processo di sviluppo con la realtà virtuale semplifica il loro lavoro riducendo notevolmente il tempo che serve a vedere le proprie idee realizzate in 3D. Questo si traduce in un time-to-market ridotto del 30%, che può dare un vantaggio competitivo all’azienda, rispetto ai suoi competitor.
Ad esempio, se per proporre un nuovo divano il produttore ci impiega 1 anno, dalla fase di ideazione alla messa in commercio del prodotto, con la realtà virtuale questo tempo può ridursi a poco più di 8 mesi. Questo vantaggio di tempo lo aiuterà ad arrivare al mercato prima dei competitor. I consumatori potranno quindi acquistare il nuovo prodotto innovativo in esclusiva dall’azienda produttrice.
Un caso che Experenti ha avuto modo di trattare in prima persona è quello di Caminetti Montegrappa, azienda di riferimento del settore riscaldamento. Qui puoi leggere la Case History.
Ecco altre soluzioni per l’arredo:
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AR e VR conquistano il CES 2020: ecco le novità principali
Curiosiamo tra le innovazioni più interessanti del CES, disponibili nel prossimo futuro
Durante l’ultima edizione del CES – Consumer Electronic Show – di Las Vegas, concluso qualche giorno fa, realtà aumentata e realtà virtuale hanno ammaliato la platea di 170.000 visitatori provenienti da tutto il mondo.
L’evento CES, considerato la principale vetrina dell’innovazione tecnologica, ha visto debuttare oltre 20.000 prodotti, molti dei quali raccontano sviluppi futuri delle tecnologie di realtà aumentata e realtà virtuale. Di seguito vi illustreremo le novità più interessanti riguardanti AR e VR.
Panasonic ha presentato i suoni nuovi “occhiali VR” molto stilosi. Sono i primi visori al mondo che sfruttano la tecnologia HDR (High Dynamic Range) che consente agli utenti di visualizzare contenuti sfruttando una più ampia gamma di colori e incredibili effetti di luce. Lo stile particolare, che include anche degli auricolari integrati nelle aste, imita quello degli occhiali da sole tradizionali. Questo perché l’obiettivo della casa giapponese è quello di far sentire gli utenti come se indossassero dei normali occhiali.
Un altro nuovo device per la realtà virtuale è il guanto Forte Data Glove di Bebop Sensors. Si tratta del primo guanto tattile, capace di dare feedback atipici all’utente che permettono una più realistica immersione nel mondo virtuale. Ad esempio è possibile premere pulsanti, girare le manopole ed aprire le porte, con gli stessi movimenti che una persona farebbe nella realtà. I guanti funzionano con tutti i visori VR più venduti tra cui HTC Vive Pro e Oculus Quest.
Samsung ha presentato i suoi nuovi occhiali per la realtà aumentata che funzionano in accoppiata con l’esoscheletro GEMS. I due device servono infatti per portare il fitness ad un prossimo livello. Infatti l’esoscheletro migliora la postura e la qualità degli esercizi fisici e gli occhiali proiettano tutti i dati in tempo in reale dell’allenamento in corso. I dispositivi funzioneranno accoppiati ad un’app dedicata gli smartphone Android.
Futurus ha esibito l’innovativo parabrezza in realtà aumentata che proietta i dati nel campo visivo del conducente dell’auto. Le informazioni visibili sul parabrezza possono essere utilizzate per evidenziare i pericoli rilevati dai sistemi dell’auto (mancato rispetto della distanza di sicurezza), per illuminare le diverse corsie, per proiettare le informazioni del navigatore direttamente di fronte alla vista del conducente, e a sostituire l’interfaccia del sistema di infotainment per controllare i file multimediali e le telefonate. Inoltre il sistema può essere arricchito anche da un avatar virtuale che fornisce ulteriore assistenza al guidatore (vedi articolo dedicato).
Infine aggiungiamo moltissimi espositori del CES hanno voluto presentare in modo innovativo le loro soluzioni, tramite strumenti come realtà aumentata e realtà virtuale. Camminando tra i padiglioni della fiera, visori VR ed esperienze AR erano presenti in quasi tutti gli stand, non solo in quelli dedicati al gaming. Questo dimostra il potenziale delle tecnologie immersive per comunicare l’alto valore dei prodotti esibiti, durante fiere ed eventi. Le esperienze uniche che vengono regalate, consentono ai brand di diventare memorabili agli occhi del consumatore, facilitando così le vendite.
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Alleviare il dolore del parto con la realtà virtuale
La realtà virtuale è pronta per entrare nella sala parto del Wales University Hospital di Cardiff. Questa tecnologia infatti può aiutare le future mamme a ridurre il dolore durante il travaglio.
Indossando un visore, le gestanti vengono immerse in un ambiente sereno, a scelta tra 6 differenti alternative. Questa esperienza virtuale favorisce il rilassamento delle donne e le aiuta nella gestione del dolore, durante le prime fasi del travaglio. Il sistema può essere adattato per ogni paziente, grazie al supporto di psicologi specialistici.
Secondo la Responsabile Ostetrica del Cardiff Health Council, Suzanne Hardacre, la realtà virtuale potrebbe diventare un ottimo coadiuvante da affiancare alla eventuale terapia farmacologica, ma che garantisce un impatto nettamente più tollerabile sulla salute. Infatti rende possibile un approccio al rilassamento e alla respirazione in maniera del tutto naturale. In ogni caso la tecnologia è solo un supporto ai farmaci, che non vengono mai del tutto eliminati. Il visore viene accettato di buon grado dalle partorienti, in quanto si tratta di qualcosa di molto simile ad un simulatore di gioco.
Secondo gli studi (Patterson & Hoffman, 2004), utilizzando la realtà virtuale durante dolorose procedure mediche, la percezione del dolore si riduce in un range variabile che va dal 50 al 97%.
I primi risultati di questa sperimentazione in sala parto sono molto positivi, tanto che i medici vorrebbero applicare questa tecnologia anche in altri casi. Ad esempio potrebbe essere impiegata per la riduzione dell’ansia in pazienti costretti a lunghe degenze in ospedale.
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La realtà virtuale usata per curare lo stress da lavoro
Lo stress da lavoro è la conseguenza più frequente della frenesia, che affligge la nostra società odierna. Essere sempre di corsa potrebbe portare ad un inevitabile collasso emotivo ed energetico, chiamato anche burnout. Per curare questa condizione, è partito a Pisa un progetto che mira alla prevenzione e alla riabilitazione dei danni da stress lavoro-correlato, utilizzando la realtà virtuale (VR).
I dati ormai sono allarmanti. Si stima che ne soffre ben un lavoratore su quattro e che il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta proprio allo stress. Questo fattore determina costi considerevoli in termini sia del benessere psico-fisico del lavoratore, che in termini di risultati negativi sull’andamento economico di un’unità produttiva.
La realtà virtuale potrebbe aiutare a curare lo stress da lavoro. Ne sono conviti Inail Regione Toscana, l’Università di Pisa, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e la Scuola Superiore Sant’Anna che hanno finanziato un progetto per analizzare meglio l’impatto di questa tecnologia. La ricerca mira a creare interventi personalizzati su ogni paziente, ridurre i livelli di stress lavoro-correlato, trattare eventuali patologie psichiatriche, elaborare strategie individualizzate per il reinserimento lavorativo attraverso l’assistenza e sviluppare di percorsi di terapia cognitivo-comportamentale.
Negli scenari virtuali sarà possibile potenziare le tecniche cognitivo-comportamentali rendendole più sicure e meno costose rispetto all’esposizione in vivo. In questo modo il paziente potrà venire a contatto con la situazione stressogena in un ambiente sicuro mentre il terapeuta potrà monitorarne il comportamento dal vivo ed elaborare un modello adattivo più efficace.
La creazione di scenari virtuali ad hoc e la valutazione in tempo reale di parametri psicofisiologici stress-sensibili (come ad esempio la frequenza cardiaca, la pressione, la variabilità dell’elettrocardiogramma) consentirà di misurare per ogni singolo caso i livelli di stress reattivo a diverse situazioni lavorative. Questo permetterà di ricavare informazioni più precise sull’idoneità allo svolgimento di precise mansioni e su come aiutare il reinserimento lavorativo.
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Hyundai progetta le nuove auto con la realtà virtuale
Seguendo le orme di altre grandi case automobilistiche come Ford e Seat, anche Hyundai ha deciso di applicare le realtà virtuale per lo sviluppo del design dei modelli futuri. Presso lo Hyundai Motor Europe Technical Center (HMETC), i designer hanno integrato questa nuova tecnologia nel processo di sviluppo delle auto.
Il procedimento tradizionale per disegnare un’auto richiede numerosi passaggi, che a volte rallentano la fase progettuale. Ad esempio vengono costruiti vari modelli fisici in argilla, per visualizzare design differenti, che necessitano di tempistiche molto lunghe per la realizzazione. Inoltre, quando uno di questi modelli viene scartato, i designer devono ricominciare il processo da capo, impiegando molto tempo e aumentando i costi.
Utilizzando la realtà virtuale, invece, Hyundai può iniziare a comprendere e percepire le forme interne ed esterne dei prodotti ancora prima che vengano realizzati materialmente i modelli. Il sistema, chiamato Virtual Seat Buck, ha portato alla casa coreana numerosi benefici. Innanzitutto permette una rapida visualizzazione dei dati di design, come le varianti di colore e le diverse tipologia di allestimenti, già nelle prime fasi dello sviluppo. Questi dati vengono condivisi in tempo reale con gli ingegneri di prodotto fin da subito, così da facilitare gli scambi tra i due dipartimenti. Ogni volta che un nuovo avanzamento del progetto viene salvato sul cloud, questo può essere lavorato in maniera continuativa da più dipartimenti localizzati in diverse parti del mondo.
Il processo di sviluppo con la realtà virtuale semplifica il lavoro dei designer Hyundai riducendo notevolmente il tempo che serve a vedere le proprie idee realizzate in 3D. Inoltre, la tecnologia è capace di visualizzare infinite possibilità di colori e materiali, come anche di testare la funzionalità dinamica delle parti mobili.
Thomas Bürkle, Chief Designer dello Hyundai Design Center Europe, ha commentato “Il nostro Virtual Seat Buck è un esempio di come Hyundai stia implementando innovative tecnologie nei processi di lavoro, affiancandosi alla creazione di modelli fisici in argilla delle auto. La realtà virtuale non solo facilita e accelera il nostro processo di design, ma ci permette anche di andare ancor più incontro alle esigenze dei nostri clienti.”
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Formazione in realtà virtuale per la sicurezza sul lavoro
“La sicurezza sul lavoro è una priorità sociale e uno dei fattori più rilevanti per la qualità della nostra convivenza. Non possiamo accettare passivamente le tragedie che continuiamo ad avere di fronte.” così ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso 13 ottobre in occasione della Giornata per le Vittime degli incidenti sul lavoro. I numeri purtroppo sottolineano una situazione drammatica: sono più di 700 i morti sul lavoro da gennaio 2019 ad oggi. Dal punto di vista europeo, i costi che l’UE sostiene ogni anno per incidenti ed infortuni sul lavoro ammontano a 476 miliardi di euro. Una cifra da capogiro, che equivale al 3,3% del PIL.
Purtroppo, nonostante le misure di sicurezza siano sempre più stringenti, gli incidenti sono frequenti. A volte i rischi che comportano una determinata mansione vengono trascurati per negligenza. Questo perché acquisiamo la nostra capacità di identificare e valutare i rischi attraverso la formazione e l’esperienza. Spesso però questa formazione può essere altrettanto pericolosa e spietata come l’esperienza quotidiana sul campo. Ma a questo problema oggi c’è una nuova soluzione: la Realtà Virtuale (VR).

Il Laboratorio di Realtà virtuale (LabVR) del Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive (Dispoc), all’interno del Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, in collaborazione con l’Ente senese Scuola edile (Esse), ha perciò realizzato una simulazione al fine di formare i lavoratori del settore edile, uno dei settori più ad alto rischio incidenti, che svolgono attività in quota.
Attraverso la realtà virtuale l’addestramento è molto più efficace perché riproduce le attività più rischiose per salute e sicurezza e insegna le buone pratiche, facendo sperimentare i rischi e la loro reale entità. Inoltre è possibile riprodurre situazioni di emergenza pericolose in modo molto accurato nelle stesse condizioni di lavoro che si sperimentano sul luogo di lavoro. Il Training VR può anche includere sensazioni realistiche di altezze, distrazioni, stress e rischi ambientali che, con l’addestramento fisico è impossibile ricreare. Infine, la realtà virtuale permette di svolgere sessioni di allenamento in spazi sicuri al 100% senza dover recarsi nel luogo di lavoro, che solitamente contiene molti elementi poco sicuri (impalcature strette, altezze vertiginose, macchine pericolose, …)
“L’applicazione delle nuove tecnologie di realtà virtuale con l’obiettivo di migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro”, spiega Giannetto Marchettini, presidente dell’Ente senese Scuola edile e Cassa edile di Siena, “è la sfida vinta su come la ricerca possa svolgere un ruolo fondamentale nel miglioramento di tutti gli ambiti professionali. E così, accanto alla formazione tradizionale, quella con la realtà virtuale consente di prendere coscienza di esperienze difficilmente realizzabili in altri modi. Questo permette, senza alcun dubbio, di provare situazioni critiche da saper gestire e affrontare nel miglior modo possibile. Se, attraverso progetti come questo, riusciamo a dare il nostro contributo alla diminuzione degli incidenti sul lavoro potremmo dire di aver raggiunto un significativo traguardo”.
Vuoi approfondire l’argomento?
Abbiamo realizzato una guida che spiega gli 11 principali vantaggi della formazione in realtà virtuale al fine di ridurre gli incidenti sul lavoro.
Per leggerla, clicca qui.
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Versailles arriva a casa tua con la realtà virtuale
Con più di 10 milioni di visitatori all’anno, la Reggia di Versailles è una dei palazzi più fotografati del mondo. Grazie ad un ambizioso progetto di Google Arts & Culture, da oggi la maestosa residenza reale è visitabile anche con la realtà virtuale, comodamente da casa propria.
Con Versailles VR: The Palace is yours è possibile esplorare tutte le sale della reggia di Luigi XIV senza dover fare file interminabili alla biglietteria e senza dover girare tra la folla. Indossando un visore e dei controller, è possibile infatti concedersi un tour privato del palazzo, direttamente dal salotto di casa. La visita è disponibile anche con una suggestiva atmosfera notturna, per poter ammirare al chiaro di Luna i meravigliosi giochi di luce dei tesori di Versailles.
Attraverso l’esperienza gli utenti possono scoprire ben 21 sale, oltre 340 opere d’arte, tra cui i ritratti della famiglia reale e le foto dell’archivio risalenti al XIX secolo. Sono presenti anche le stanze più iconiche come la Galleria degli Specchi, lunga ben 73 metri, la Camera del Re, ed il prezioso armadio dei gioielli di Maria Antonietta. Non manca la Cappella Reale, visitabile esclusivamente con una guida turistica.
Per ricostruire gli sfarzosi interni della reggia, Google ha impiegato la tecnica della fotogrammetria, che ha permesso di ricostruire i modelli tridimensionali delle sale partendo da semplici fotografie bidimensionali. In totale, l’azienda di Mountain View ha raccolto oltre 4 TB di dati (15 miliardi di pixel) da cui ha ricavato ricostruzioni 3D estremamente dettagliate.
Per visitare virtualmente il palazzo reale basta scaricare gratuitamente da Steam Versailles VR ed utilizzare uno dei visori compatibili come HTC Vive, Oculus Rift e Valve Index.
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Formazione dei Chirurghi: la VR batte i metodi tradizionali
La realtà virtuale per il training dei chirurghi è più efficace rispetto ai metodi tradizionali. A confermarlo uno studio del dipartimento di Medicina dell’Università della California (UCLA) di Los Angeles, che ha messo a confronto le due tecniche.
Per condurre l’indagine è stato chiesto a un gruppo di 20 ragazzi di chirurgia di dividersi in due gruppi per apprendere una tecnica chirurgica per la frattura della tibia. Il primo gruppo aveva in dotazione un’applicazione VR per l’apprendimento in campo medico. Il secondo, invece, ha dovuto utilizzare i metodi tradizionali per imparare la procedura. Alla fine del training, i partecipanti hanno dovuto replicare l’intervento su un osso artificiale.
Un chirurgo esperto dell’UCLA ha poi valutato le performance degli allievi per varie categorie: tempi e movimento, gestione degli strumenti, conoscenza degli strumenti, flusso di operazioni e conoscenza della procedura specifica. Inoltre il valutatore non sapeva quali studenti avevano utilizzato la formazione VR e quali avevano studiato con le tecniche standard.
Il risultato è stato sbalorditivo: i ragazzi formati con la realtà virtuale VR hanno ottenuto risultati significativamente migliori in tutte le categorie. Hanno infatti acquisito ben il 130% di nozioni in più rispetto all’altro gruppo. L’analisi ha rilevato che quelli del gruppo VR hanno completato correttamente il 38% in più di passaggi e completato la procedura più velocemente del 20%.
Sebbene si tratti di uno studio su piccola scala limitato a una singola procedura chirurgica, i risultati sono molto incoraggianti per la formazione in realtà virtuale. Sempre più spesso infatti, le università e gli enti di ricerca stanno infatti prendendo in considerazione la possibilità di investire su questa tecnologia.
In futuro non troppo lontano la realtà virtuale svolgerà un ruolo importante per la formazione dei chirurghi di domani. Saranno però necessari studi a lungo termine longitudinali su più procedure per valutare complessivamente l’entità del suo impatto.
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British Airways porta in volo la realtà virtuale

British Airways porta a bordo visori per la realtà virtuale con i quali, i viaggiatori della prima classe potranno visualizzare film, documentari, TV show e video terapeutici per chi ha paura di volare.
Il progetto sperimentale verrà adottato in alcuni voli delle rotte più trafficate, come la tratta transoceanica Londra (Heathrow) – New York (John Fitzgerald Kennedy). Alla fine della prima fase di test, che terminerà a fine anno, l’azienda valuterà se estendere l’offerta anche ad altri voli.
Con i visori AlloSky forniti da SkyLights, i passeggeri della prima classe potranno rilassarsi guardando film, show e documentari a 360 gradi. I dispositivi sono stati progettati e realizzati appositamente per l’esperienza in volo e funzionano senza problemi anche se l’utente è sdraiato.
Tra i vari contenuti presenti nel catalogo ci sono anche dei video terapeutici per la mediazione, selezionati da esperti, che aiutano chi ha paura di volare.
Sajida Ismail, Head of Inflight Product di British Airways, ha dichiarato: “Siamo sempre alla ricerca delle ultime tecnologie per migliorare l’esperienza dei nostri clienti sia a terra sia in volo. La realtà virtuale ha il potere di rivoluzionare l’intrattenimento a bordo e siamo davvero entusiasti di provare questi nuovi visori che renderanno il viaggio unico e memorabile per i nostri clienti più esclusivi“.
La compagnia di bandiera inglese non è prima che propone un servizio VR per l’intrattenimento dei passeggeri durante il volo. Qantas e Alaska Airlines hanno già adottato dei progetti pilota VR già nel 2015.
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Palestra VR, la nuova frontiera del fitness
Quando sarebbe bello poter correre nella tua città preferita invece che sul tapis roulant della tua palestra? Anche in questo caso la tecnologia può risolvere questo problema: si tratta della realtà virtuale.
La nuova tendenza sta cominciando a contagiare sempre più palestre. Si prevedono infatti sessioni di allenamento accompagnate da un visore per stimolare maggiormente l’utenza. Tramite la virtual reality è possibile immergersi nelle strade di una grande città oppure partecipare ad un corso tenuto da un famoso trainer americano. Un esempio può essere la palestra virtuale Black Box VR che permette di far svolgere degli esercizi fisici in un contesto competitivo oppure di far selezionare all’utente l’ambientazione preferita per il proprio allenamento quotidiano.
È stato dimostrato come il fitness svolto in accoppiata con la realtà virtuale riesca ad inibire la percezione del dolore, soprattutto se lo stimolo visivo è particolarmente forte. Questo perché, durante l’allenamento VR, l’80% del cervello si concentra sui percorsi visivi, mettendo in secondo piano la fatica.
Questa tecnologia permette anche una migliore raccolta dei dati provenienti dalle attrezzature permettendo ai personal trainer di personalizzare più accuratamente i programmi di allenamento. Possono anche seguire le sessioni dei propri utenti direttamente dal proprio dispositivo e condividere con loro i risultati.
- Pubblicato il Training in Realtà Virtuale